I documenti ci dicono che nel 1500 la
fabbricazione della terracotta “aveva il suo luogo di elezione
nel borgo di Samminiatello”.
Fino agli anni ’70, quando le fornaci sono state trasferite
nell’area di Montelupo Fiorentino, a Samminiatello le
fabbriche (gruppi familiari che lavoravano nella stessa
azienda) hanno prodotto conche per il bucato, coppi per
l’olio, coperture per i tetti e tubi per le condutture che
venivano smaltati all’interno.
Le fornaci si trovavano in origine lungo l’Arno perché il
fiume è stato per secoli fonte di approvvigionamento di
materiali da lavoro: dal fiume si ricavava l’argilla col
sistema dei “marroni”, cioè dei ripiani lungo le rive dove in
inverno, |
durante le piene, la terra andava a
depositarsi.
Quando fu inaugurato il tratto ferroviario Firenze-Pisa, nel
1848, lungo la ferrovia (il luogo in cui si trovavano in
origine le
fornaci) furono lasciati dei passaggi di accesso al fiume per
coloro che andavano a prendere l’argilla che poi veniva
portata nelle fabbriche e impastata con i piedi.
Il fiume era
inoltre una importante via di comunicazione per il trasporto
dei prodotti delle fornaci: questi venivano portati a Firenze, Pontedera, Pisa e Livorno per mezzo di navicelli (barche molto
grandi). Altri luoghi, come Lucca, venivano raggiunti con i
barrocci.
Nelle fornaci i manufatti venivano messi a seccare |
sotto le logge, prima della cottura nel
forno; per accendere il fuoco venivano utilizzate le fascine
delle potature degli alberi dei boschi di Montalbano e dell’Antinoro.
La cottura dei manufatti di grosse dimensioni, come mattoni ed
embrici, poteva durare anche una settimana.
Oggi la terracotta viene lavorata con metodi e
macchinari moderni nelle zone industriali nei dintorni di
Montelupo; tuttavia, i numerosi Soci dell’Unione delle Fornaci,
durante la Festa della Terracotta a Samminiatello, la Festa
della Ceramica a Montelupo e in numerose altre manifestazioni
continuano a lavorare la terra "a mano" come si faceva in un tempo
oramai lontano. |